IDENTITà
Il primo gesto che ho imparato facendo vino è stato accettare. Accettare la diversità dei suoli, dell’inclinazione del terreno, dell’altitudine, e l’originalità di un vigneto. Accettare vuol dire rispettare. Rispettare la terra e il suo equilibrio. Rispettare la vigna con i gesti sapienti di un’agricoltura sensibile. Rispettare le fermentazioni grazie al contributo dei lieviti indigeni. Rispettare il vino come se fosse una persona. Una persona che si porta dietro un mondo, una storia, un’anima che sa della terra da cui nasce. Il vino che mi piace fare non è semplicemente un vino biologico. È un vino coerente, naturale nel suo divenire. Un vino che nasce dalla sensibilità per le cose vere, dai gesti attenti, dall’ascolto e dall’amore. Un vino che, nelle sue armonie e asperità, racconta della terra dove è nato e anche di chi lo ha fatto. Per questo sono convinta che il vino naturale, oltre a un vino buono, sia anche un vino umano. Non amo etichettare i vini che facciamo secondo dei metodi. Lavoriamo in Biodinamica in campagna e accompagniamo naturalmente i vini nel loro divenire in cantina. È un vino nato dall’amore costante di chi lo ha fatto. Nato dal rispetto del terreno e della vigna. Da un terreno rispettato nasce un vino rispettoso: rispettoso delle sue unicità e di chi lo berrà perché è un vino sano, sincero.